Dopo la bella intervista con Davide Palmisano, oggi è la volta di Martina Santamaria, penna del blog Pimp My Trip, che ci racconta la sua esperienza di viaggio in Iran zaino in spalla.
1. Ciao Martina, grazie per aver accettato di farti intervistare! Puoi parlarci un po’ di te e del tuo blog?
Ciao Angela! Sono Martina, genovese di nascita, le mie più grandi passioni sono i viaggi e i cavalli.
Sono una persona curiosa e sognatrice, sempre piena di entusiasmo per le cose nuove ma devo ammettere di essere anche molto pigra e prendo fuoco facilmente, soprattutto quando guardo il telegiornale, e a volte grido da sola contro il televisore. Chi mi vedesse probabilmente penserebbe che sono un po’ pazza!
Il mio blog è nato come blog di viaggi zaino in spalla e avventura. Più che altro come diario di viaggio personale per raccontare le mie esperienze e per tenere i ricordi vividi il più a lungo possibile. Successivamente, invece, visto che è cresciuto molto, ho cercato di dargli un taglio più utile e professionale, riempiendolo soprattutto di informazioni per organizzare un viaggio, ma cercando di non perdere anche il suo lato emotivo. Del resto rimane un mio spazio personale, in cui ogni tanto voglio scrivere ancora quello che provo quando viaggio cercando di comunicare a chi legge tutta la mia passione per il mondo.
2. Quante volte sei andata in Iran e per quanto tempo?
Purtroppo sono stata in Iran una volta sola per circa 25 giorni, ma conto di tornarci presto perché questo Paese voglio viverlo e conoscerlo fino in fondo.
3. Cosa ti ha spinto a prenotare un viaggio lì?
Ho sempre avuto la passione per il Medio Oriente. Ho fatto il liceo classico e l’antica Persia mi ha sempre affascinata tantissimo, per cui sognavo di andarci da molto, moltissimo tempo.
4. Quando hai annunciato a famiglia e amici che stavi per andare in Iran, come l’hanno presa? Hanno provato a scoraggiarti?
Non ci crederai, quando l’ho detto a mia mamma le brillavano gli occhi, c’è mancato poco che non si aggregasse e venisse pure lei.
Gli amici un pochino meno, qualcuno mi ha detto che ero pazza, che è un Paese molto pericoloso, ma io non mi sono preoccupata più di tanto. Anzi, non vedevo l’ora di tornare e fargli vedere le fotografie per fargli capire quanto si sbagliavano e quanto invece l’Iran sia un Paese che accoglie i visitatori con un entusiasmo, gentilezza e cordialità che credo di non aver mai trovato in nessun altro posto al mondo.
5. Cosa ti è piaciuto di più dell’Iran? E cosa ti è piaciuto di meno?
L’Iran è un Paese meraviglioso che ho amato profondamente, ma nonostante le cose bellissime che ci sono da vedere, le moschee, il deserto, le città, le piazze, quello che assolutamente mi è piaciuto più di tutto sono state le persone.
Quello che mi è piaciuto meno invece è vedere quanto molti di loro “soffrano” (passami il termine) nel sapere che in genere gli occidentali pensano che l’Iran sia appunto un Paese pericoloso. Non mi è piaciuto neanche vedere le persone costrette da un governo a seguire alcune regole antiliberali. Tantissime donne in Iran mi hanno domandato se ritenevo giusto che loro dovessero indossare il velo e coprire i capelli, e io stavo male ogni volta. Credo però che le donne iraniane siano molto forti, e che con pazienza riusciranno a scalpellare questo “sistema” e ad ottenere la loro libertà in questo senso.
6. Era come te lo aspettavi o ti ha sorpreso in qualche modo/aspetto?
Me lo aspettavo più o meno così, ma poi si è rivelato molto, molto meglio.
7. Dal tuo punto di vista di blogger, com’è stata la tua esperienza di viaggio in Iran zaino in spalla? Ti ha dato soddisfazioni? Ti ha deluso?
Anche dal punto di vista del blog l’Iran mi ha dato tantissimo. In tantissimi mi contattano ogni giorno per avere informazioni e se riuscissi solo a convincere uno di loro ad andare, avrei vinto una piccola battaglia personale contro il pregiudizio. Inoltre l’Iran è uno scrigno pieno di gioielli e di argomenti interessanti di cui scrivere e da approfondire.
8. Come hai trovato la gente del posto?
Ho incontrato talmente tante di quelle persone meravigliose che, come ti ho detto prima, mi hanno fatta sentire “accolta” come in nessun altro posto del mondo.
9. C’è un’esperienza particolare che ricordi con piacere del tuo viaggio in Iran zaino in spalla?
Sì, a Sanandaj, nel Kurdistan iraniano abbiamo incontrato un ragazzo e quando gli abbiamo chiesto il nome di un hotel in cui andare, lui ci ha invitati a casa sua con la sua famiglia! Abbiamo passato con loro quattro giorni indimenticabili: ci hanno fatto conoscere il loro paese il più possibile, ci hanno addirittura portati come ospiti d’onore ad un matrimonio tradizionale in un piccolo paese. Inutile dirti che li sento ancora spessissimo e che conto di tornare a trovarli molto presto: ormai sono la “mia famiglia curda”
10. Ci sono dei “pezzi” di Iran che ti sei portata a casa? Oggetti di artigianato, soprammobili, ricette, ingredienti…
La mia famiglia curda prima di partire mi ha riempito lo zaino di ogni cosa: vestiti, piccoli soprammobili, fotografie, spezie, cibo e chi più ne ha più ne metta. Personalmente non amo comprare souvenir turistici o pezzi di artigianato, ma ho portato tantissimo cibo, dolci, spezie e anche dei fantastici cucchiaini di zucchero cristallizzato che uso ogni giorno per il the (comprato lì pure quello).
11. Ti piacerebbe tornarci?
Ci tornerò sicuramente, il prima possibile.
12. Consigli ai tuoi amici italiani e ai tuoi lettori di scegliere l’Iran come loro destinazione per le vacanze?
È il primo Paese che gli consiglio, ho anche scritto una piccola guida di viaggio fai da te per viaggiare in Iran zaino in spalla e non solo, ma solo per persone dalla mente aperta. Con altri è quasi inutile parlarne.
13. C’è qualcos’altro che ti va di condividere sulle tue esperienze iraniane?
Sì, mi piacerebbe che le persone che decidono di andarci, vadano a Palangan, in Kurdistan. Quando arriveranno non crederanno ai loro occhi: un piccolo paese che sembra un presepe in cui il tempo si è davvero fermato.
ti aspetto cara a esfahan