La capitale iraniana non vanta millenni di storia e sicuramente non millenni di status di capitale, ma tra residenze regie e giardini, non manca certo di stile ed eleganza. Se a questo aggiungiamo vicoli secondari dall’aria vissuta e sorniona, possiamo stare sicuri che andare alla scoperta di una Teheran antica ci rivelerà una quotidianità che sembra rimasta uguale nel corso dei secoli.
Spesso messa in ombra dalle più turistiche Shiraz (da dove si parte per Persepoli), Isfahan e Yazd, la capitale non delude in quanto a vivacità e cultura.
Invitata dall’amministrazione comunale a un tour della Teheran antica, ho avuto modo di esplorare il labirinto di strade e stradine intrise di storia e ancora profumate di epoca cagiara, un’esperienza che consiglio a chiunque voglia entrare in intimità con il passato della città, della sua anima, della sua popolazione e degli ultimi 200 anni che ne hanno modellato carattere, architettura e panorami.
In previsione del boom di turisti, il comune, in uno sforzo congiunto con l’amministrazione nazionale, ha lanciato una campagna di ristrutturazione della Teheran antica, dei suoi palazzi e dei vecchi edifici mettendone in risalto gli elementi architettonici originali e approfittando delle loro dimensioni e bellezza per promuovervi eventi e attività a sfondo sociale come classi serali, iniziative culturali e un aiuto pratico ai rifugiati afgani per cercare di tenere i bambini delle famiglie meno abbienti lontani dalla strada.
L’accattivante combinazione di complessi residenziali dell’epoca cagiara e abitazioni della classe operaia rendono i quartieri della Teheran antica un vero e proprio scrigno di tesori nascosti, e aprendolo ci troviamo davanti a tradizioni, usi e costumi che non credevamo di vedere in una metropoli così moderna, lasciandoci con l’impressione che il tempo si sia fermato e con l’emozione di essere catapultati in diversi periodi della sua storia.
I primi insediamenti umani della regione sono stati fatti risalire a 12,000 anni fa, e il nucleo dove tutto ha avuto origine, in realtà è Rey, oggi cittadina limitrofa che ha accettato di soccombere per far spazio all’espansione della capitale. Col tempo Rey è stata incorporata nell’hinterland dell’area metropolitana di Teheran ed è tutt’ora considerata la città più antica della provincia.
Teheran antica Vs. Tehran moderna
Uno dei quartieri più affascinanti nella Teheran antica è Oudlajan, nel Distretto 12 e una delle aree più vecchie. Minacciato a causa del veloce sviluppo e della costruzione che sta investendo un po’ tutta la città, adesso Oudlajan è parte di un progetto comunale che intende salvaguardare il suo antico splendore e la cultura originale, dalle piccole botteghe artigiane ai palazzi dell’epoca cagiara come Saraye Kazemi (Casa Kazemi), che la famiglia Kazemi acquistò dal vecchio proprietario, Ali Asghar Khan, entrambi casate nobili del controverso periodo cagiaro.
Perché qual è il modo migliore di tornare agli sfarzi trascorsi se non quello di restaurare manieri, castelli e palazzi? Da Casa Masoudiyeh, sempre nel Distretto 12, per migliorare e riportare al lusso originale complessi residenziali, a Casa di Moghadam, Distretto 11, dove sono organizzate mostre, temporanee e permanenti, come quella dedicata ad arte e artigianato delle diverse province dell’Iran.
Parte del Distretto 11, tuttavia, non sono solo le case da restaurare ma anche l’affascinante viale alberato Vali Asr, uno dei luoghi chiave durante la Rivoluzione del 1979 e, allo stesso modo, il Distretto 12 non è solo quartiere di edifici pericolanti e case che sembrano infestate dai fantasmi. Il bellissimo Palazzo Golestan, infatti, anch’esso di epoca cagiara, si trova proprio qui. Ex residenza reale, è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 2013 e vanta un’accattivante collaborazione di arte persiana e occidentale, soprattutto francese, per cui la dinastia cagiara non ha mai nascosto una passione sfrenata. Opulento nelle decorazioni, ornamentale nei dipinti, ipnotico nei suoi specchi e rilassante nel suo giardino, il Palazzo Golestan evoca fasti e lusso dietro ogni angolo.
Per tornare con i piedi per terra ma senza smettere di tornare indietro nel tempo, come in qualsiasi Paese e momento storico, insieme ad aristocrazia e nobiltà troviamo muratori, commercianti, agricoltori, idraulici e operai di qualunque professione senza nome e fuori dalla memoria collettiva sebbene siano loro, in realtà, a mandare avanti la baracca nazionale. Prestandovi la dovuta attenzione, è la semplicità delle loro case e dei vicoli laterali sempre frenetici e affollati di gente che va e che viene con buste della spesa o attrezzi da lavoro che rende un quartiere affascinante, e in nessuna parte come tra le stradine della Teheran antica, libere dalle imposizioni di spazio e tempo, reminiscenza dell’andirivieni che ha popolato l’area da un paio di secoli a questa parte, si può passeggiare tra i meandri controversi dell’anima della città e far parte anche solo per poche ore della sua quotidianità.
Perdersi tra le viuzze della Teheran antica non manca mai di far luce sull’orgoglio che questa popolazione ha nell’aggrapparsi alle proprie tradizioni.
Nell’arco di poche ore passate tra i negozi del Grand Bazar, ne ho apprezzato la variegata clientela di uomini e donne delle etnie più diverse, perfetto campione della complessità dell’Iran odierno, imparato a schivare motociclette sgangherate e fattorini che sfrecciavano in tutte le direzioni con i loro carretti traboccanti di mercanzia, ammirato la veemenza con cui donne e ragazze barattavano il prezzo di spezie e pistacchi, e intavolato discussioni con commessi anziani che avevano tutta l’aria di non badare molto alle strategie di marketing. Ognuno nella propria lingua, per non cadere nell’ovvietà.
Ormai la modernizzazione della città ha raggiunto un punto di non ritorno, con costruzioni e stili architettonici all’avanguardia, come il futuristico Pol-e-Tabiat (Ponte della Natura), ed è normale che sia così. Ma ora, prima che quei fabbricati fatiscenti cedano il posto a moderne strutture abitative e commerciali, abbandonando il loro ruolo di angeli custodi di quel che resta del folklore persiano, è indispensabile andare a vederle, fotografarle, conoscerle. E raccontarle.
ciao, bellissime notizie e spunti….. fra qualche giorno anche io mi rechero’ in iran, stavolta restero’ probabilmente ferma a Teheran (di cui sono profondamente innamorata) e quindi ti chiedo di consigliarmi dei tragitti, cose da fare o vedere, ma no i soliti musei che ho gia visto, mi piacerebbe vedere proprio la vecchia Teheran, vicoli stradine, trattorie posti semplici, che comunque sono l’anima di un paese affascinante e meraviglioso, grazie a presto, Monica
Ciao!!! intanto grazie per tutte queste info!!! il tuo blog è super utilissimo!!!!! Avrei da farti qualche domanda in particolare su Teheran!!! Avrei 3 giorni complessivi da passare nella capitale…da quello che ho letto in giro in due le cose più importanti si vedono, cosa mi consigli di fare il terzo? c’è qualche gita fuori porta per cui la pena muoversi?
Ciao Alessia, dai un’occhiata alla guida sull’Iran che ho scritto, ci sono diverse cose da fare a Teheran e due giorni non bastano di sicuro, anche perche’ la citta’ e’ molto grande http://www.ilmioiran.com/cosa-vedere-in-iran/
Potresti anche andare a Qazvin e tornare in giornata, mi sembra che sia a un’ora di treno da Teheran…