Continua la mia serie di interviste con italiani che hanno visitato l’Iran, e questa volta la chiacchierata è con Margherita e Nick del blog in lingua inglese The Crowded Planet. Viaggiatori indipendenti animati da un vero e proprio spirito d’avventura, Margherita e Nick hanno deciso di partire con l’intenzione di fare couchsurfing in Iran per entrare a contatto con la parte più intima e privata della Repubblica Islamica.
Partiti con pochi pregiudizi e con la consapevolezza di avere la responsabilità, come blogger, di far capire che non tutto quello che scrivono i giornali generalisti sia vero, la coppia dietro The Crowded Planet ci racconta la loro esperienza di couchsurfing in Iran e di incontro con una cultura tanto vicina e quanto lontana.
1. Ciao Margherita e Nick, grazie di avermi concesso l’intervista! Di cosa vi occupate e di cosa tratta il vostro blog?
Ciao Angela! Siamo Margherita e Nick, una coppia italo-australiana al momento residente a Milano con il nostro gatto Tappo. Il nostro blog The Crowded Planet è la nostra principale attività, e tratta di viaggi natura e avventura, e destinazioni insolite in giro per il mondo.
2. Quante volte siete andati in Iran e per quanto tempo?
Per ora, siamo stati in Iran solo una volta, a Capodanno 2014/2015, per due settimane e mezzo.
3. Cosa vi ha spinti a prenotare il viaggio?
Visitare l’Iran era uno dei nostri sogni da molto tempo. Siamo rimasti affascinati dai racconti di un nostro amico che è rimasto nel Paese per quasi due mesi, nel contesto di un lungo viaggio via terra attraverso l’Asia. L’unico motivo per cui abbiamo aspettato anni è perché anche noi volevamo fare un viaggio in Iran come quello del nostro amico – ma poi abbiamo trovato dei voli a 180 euro andata e ritorno per il periodo di Capodanno e abbiamo pensato che fosse arrivato il momento!
4. Quando avete annunciato alla vostra famiglia e ai vostri amici che stavate per andare in Iran, come l’hanno presa? Hanno provato a scoraggiarvi?
Diciamo che le nostre famiglie sono abituate alle nostre “pazzie” e che bene o male tutti conoscevano qualcuno che aveva visitato il Paese in precedenza, quindi non l’hanno presa male. In quanto a scoraggiarci, sanno che è una battaglia persa in partenza!
5. So che avete fatto couchsurfing in Iran, cosa vi è piaciuto di più e cosa di meno del vostro viaggio?
Sicuramente le persone. Gli Iraniani sono semplicemente fantastici, ospitali, generosi e sempre pronti ad aiutare i turisti in difficoltà. Abbiamo fatto couchsurfing in Iran per circa metà della nostra permanenza, cinque notti a Isfahan e quattro a Shiraz, e sono state entrambe esperienze indimenticabili. Siamo rimasti in contatto con le famiglie che ci hanno ospitato e speriamo di tornare presto per poterli rivedere e per esplorare il Paese più a fondo.
La cosa che ci è piaciuta di meno è stato il traffico di Teheran, una cosa incredibile! Meno male che ci sono le montagne a poca distanza dalla città e ci siamo regalati una giornata sugli sci per sfuggire al traffico.
6. Era come ve lo aspettavate o vi ha sorpreso in qualche modo/aspetto?
Ci aspettavamo che la gente fosse ospitale, ma non credevamo così tanto. Siamo stati invitati a cena almeno venti volte, e ci hanno offerto non so quante tazze di tè – e in nessun caso l’invito è stato seguito da un tentativo di fregatura o da una richiesta di soldi.
La sorpresa più grande sono stati i ristoranti. Primo, perché non sono facili da trovare: a Teheran abbiamo girato per il centro per più di due ore una sera senza trovar nessun ristorante aperto e chiaramente segnalato. Qualche giorno dopo, il nostro host a Isfahan ci ha spiegato che spesso i ristoranti sono all’interno di edifici, e i segnali sono solo in persiano. Secondo, perché il cibo offerto nei ristoranti è spesso diverso rispetto a quello che si mangia a casa. Nelle case iraniane abbiamo mangiato ottimi piatti a base di riso e verdure, mentre nei ristoranti c’era sempre e solo kebab. Quando abbiamo chiesto ai nostri host come mai, ci hanno detto che il cibo casalingo si mangia a casa, ovvio che al ristorante deve esserci qualcosa di diverso!
7. Da un punto di vista di blogger e fotografi, come avete visto l’Iran? Vi ha dato soddisfazioni? Vi ha deluso?
Assolutamente no! L’Iran è un Paese bellissimo sia dal punto di vista paesaggistico sia architettonico. Nick è il fotografo della coppia, e ogni tanto si sentiva in imbarazzo in quanto uomo a chiedere alle donne di fotografarle, ma quasi nessuno ha avuto problemi. È compito nostro come blogger far cambiare idea alla gente, e capire che non è necessario credere a tutto quello che scrivono i giornali, quindi è nostro dovere visitare e scrivere di posti percepiti come “difficili” per colpa della propaganda.
8. C’è un’esperienza particolare che ricordate con piacere?
Il secondo o terzo giorno del nostro viaggio eravamo a Teheran e volevamo dirigerci verso la stazione dei bus per andare a Isfahan. Per arrivarci, dovevamo prendere un bus urbano – ma tutti i numeri erano in persiano e non riuscivamo a capire quale fosse quello corretto. Un signore in attesa alla fermata ci ha aiutato, mostrandoci l’autobus, chiedendo all’autista di dirci quando scendere e addirittura pagando il biglietto del bus per noi! Un’ospitalità che non ha pari al mondo.
9. Come avete trovato la gente del posto?
Semplicemente fantastici. La loro cordialità e generosità ci ha veramente sorpreso.
10. Ci sono dei “pezzi” di Iran che vi siete portati a casa?
Non siamo dei gran fanatici dello shopping, quindi abbiamo acquistato solo ingredienti: zafferano, noci, anacardi e le famose “barberry” che vengono messe nel riso, conosciute in italiano con il nome di bacche di berberis o crespino. Ho provato a fare il riso con zafferano e queste bacche a casa ma ho fallito miseramente!
11. Vi piacerebbe tornarci e continuare la vostra avventura di couchsurfing in Iran?
Moltissimo. Ci piacerebbe visitare il Kurdistan, l’isola di Qeshm e addentrarci un po’ di più nel deserto. Questa volta abbiamo fatto solo una gita di un giorno da Yazd.
12. Consigliate ai vostri amici italiani e ai vostri lettori di scegliere l’Iran come loro destinazione per le vacanze?
Assolutamente! Abbiamo scritto un post intitolato How to visit Iran independently che ha avuto un ottimo successo, è stato letto da più di 4000 persone nel primo mese ed è tuttora tra i nostri articoli più letti. Se più turisti visitassero l’Iran, non solo aiuterebbe l’economia, ma contribuirebbe anche a creare molta più apertura mentale nei confronti di questo Paese incompreso, vittima di una campagna di odio da parte dei media, che lo dipingono come un posto pieno di odio e diffidenza – quando in realtà è l’esatto contrario.
13. C’è qualcos’altro che vi va di condividere sulle vostre esperienze iraniane?
Abbiamo passato moltissimi momenti indimenticabili, ma se ne dovessi sceglierne uno in particolare, dico la mia visita alla moschea e mausoleo di Shah Cheragh a Shiraz. La moschea è in assoluto la più bella che io abbia mai visto, ancora più bella della famosa Nasir Ol Molk poco distante, ma il momento che mi è rimasto nel cuore è stato quando la mia guida (che non ha voluto un centesimo da me) salutandomi mi ha raccomandato di informarmi sull’Islam, dopo che io avevo ammesso di saperne poco. “Non voglio convertirti,” mi ha detto “tu hai la tua religione e io la mia. Vorrei solo che la gente capisse che l’Islam è una religione che parla di amore”.
Grazie per la vostra intervista, Margherita e Nick, mi avete fatto rivivere molti momenti iraniani e come sempre non vedo l’ora di tornarci!
Che bella intervista. Tutti dovrebbero leggerla per sapere che si “giudica” un posto solo dopo averlo vissuto in prima persona, non per sentito dire.