Iraniani e iraniani

Ci sono iraniani e iraniani.

Ci sono gli iraniani di cui i nostri media amano parlarci, quelli “occidentalizzati” dei distretti settentrionali di Teheran, quelli che usciti dall’ufficio si incontrano in uno dei tanti caffè che fanno da cornice a Enghelab Street, e quelli che organizzano i famosi “party underground”. Insomma, l’esigua minoranza di una popolazione formata da una miriade di etnie, culture e tradizioni in un Paese che è circa cinque volte l’Italia, ragion per cui noi italiani, data l’enorme varietà di genti e costumi presenti nella nostra stessa piccola nazione, meglio di chiunque altro possiamo capire di cosa si tratta.

E poi ci sono gli iraniani di cui non parla nessuno, quelli che, tra i media occidentali, sembra ci sia il tacito accordo di dover ignorare, quelli che non fanno molta notizia perché semplicemente seguono la loro routine quotidiana senza posare per le macchine fotografiche e le telecamere con le dita a V, indossando una fascia verde, e magari non sanno l’inglese per scrivere striscioni per la stampa estera.

Più libri, articoli, saggistica e materiale vario leggo sull’Iran che mi accompagna nei miei ripetuti viaggi, più mi rendo conto che non sia possibile parlare delle “donne iraniane” o degli “iraniani” in generale in quanto facenti parte di un agglomerato irregolare, caotico e informe di tradizioni, lingue, costumi e usanze. Proprio per questo, quando sentite o leggete affermazioni che suonano a grandi linee così “le donne iraniane non vogliono il velo” o “gli iraniani non vogliono il regime islamico” siete autorizzati ad assumere che gli autori di tali sentenze hanno una conoscenza molto superficiale della Repubblica Islamica.

Tra diverse etnie come i lor, gli arabi, gli azeri (turchi), i gilaki e gli stessi persiani (tra le tante), e una pletora di tradizioni e usi e costumi indigeni, ogni provincia iraniana ha la sua personalità e le sue idiosincrasie.

Molte volte mi viene chiesto perché vado in Iran così spesso, e mentre all’inizio la mia risposta era quella più comune e si concentrava su ragioni come l’ospitalità della gente, le amicizie e la buona cucina, piano piano ho iniziato io stessa a capire che più visito questa nazione del Vicino Oriente e meno la capisco. Questo, anziché fungere da deterrente, è diventato una sfida costante, e visto che immergermi in culture e società diverse dalla mia è quello che mi fa continuare a viaggiare, trovo che l’Iran sia un giusto compromesso tra curiosità e irrequietezza, e sicuramente un pozzo senza fondo da cui trarre ispirazione per scrittura e fotografia.

Voglio dedicare questo post agli iraniani che ho incontrato durante le mie ripetute spedizioni in Iran, o almeno al piccolo campione che ha incrociato il mio cammino, le loro storie, reali o che ho immaginato, le loro abitudini, i loro stili di vita.

Giovani e alla moda

iraniani
Ragazze iraniane in uno dei caffè alla moda di Teheran

Due ragazze iraniane che si rilassano davanti a un caffè all’ombra della enorme biblioteca del LaMiz Cafe in Vali-e-Asr Crossroad a Teheran. A un passo da Enghelab Street e dall’Università di Teheran, questa è una zona giovane e moderna della capitale iraniana, pullulante di studenti che affollano i bar e incorniciata da una miriade di librerie. Quello su cui vi imbatterete qui sarà un’accattivante combinazione di secolarismo e religiosità, di giovani donne dagli abiti chiaramente ispirati alla moda occidentale che chiacchierano fragorosamente con le coetanee blindate nel loro chador (indumento che consiste in un velo lungo fino alle caviglie, in genere nero, e aperto davanti), di studenti e insegnanti seduti nei loro caffè preferiti che servono un misto di torte e bevande iraniane ed europee.

Studenti

iraniani
Studentesse di Isfahan che si godono un tè nel bellissimo caffè Firouz del quartiere armeno Julfa
iraniani
Studentesse di Shiraz che analizzano le decorazioni della moschea Nasir al-Molk

Gli studenti (e le studentesse) sono simili in qualunque parte del mondo: vocianti, chiassosi e con mille idee per la testa. Li incontrerete dappertutto, nei parchi, luogo preferito dagli iraniani per tutto, dai pranzi al relax alla lettura ai giochi, nei caffè, nelle moschee, nei mercati e ovviamente nei giardini delle università.

Pastore nell’Iran rurale

iraniani
La lunga strada verso casa, da Kermanshah a Khorramabad

In forte contrasto con quello che abbiamo visto a Enghelab Street a Teheran, questo pastore che cammina lungo la strada da Kermanshah a Khorramabad difficilmente fantastica su cappuccino e torta al cioccolato da godersi in un caffè alla moda dei quartieri settentrionali della capitale. Non gliel’ho chiesto, ma sono pronta a scommettere che a tutta la diatriba velo/non-velo ribatterebbe candidamente con il corrispondente persiano al nostro italianissimo “ma che xxx”. Appena questo signore ci ha superati, una macchina si è fermata sul lato opposto della strada e l’autista è sceso per offrirci deliziosi biscotti fatti in casa assicurandoci che non ne avremmo più trovati di così buoni perché quelli erano esclusivi in quanto preparati dalla moglie. Uno stile di vita semplice e senza fronzoli dove meglio di qualsiasi altro posto si può assaporare la genuinità del famoso senso di ospitalità iraniano.

Il venditore di polli

iraniani
Venditore di polli al mercato di Khorramabad

Più o meno alla stessa stregua del pastore qui sopra, questo venditore di polli del mercato di Khorramabad non sembrava esattamente un frequentatore di discoteche né un assiduo bevitore di espresso negli affollati e fumosi bar di Teheran. Si è divertito a posare per la mia macchina fotografica, però, a proposito di fronzoli. O sapeva di essere fotogenico, o si immaginava che avrei scritto un articolo sugli iraniani, le loro storie, le loro vite.

Gli anziani d’Iran

iraniani
Anziano a Khorramabad

Non so perché, ma i signori di Khorramabad, capitale della provincia del Lorestan, erano particolarmente propensi a farsi fotografare. Questo anziano si stava godendo la serata con gli amici ai piedi del castello di epoca sasanide di Falak-ol-Aflak. Appartenente alla tribù lor dell’Iran occidentale, la popolazione qui è guerriera, sia uomini che donne, che imparano a maneggiare armi sin dalla tenera età e che sanno qualcosina sulle avversità della vita, sia a causa di condizioni ambientali ostili sia per un passato tempestoso in cui difendersi è sempre stata la prima necessità della tribù.

Pastori d’Iran

iraniani
Pastore vicino a Susa

La vita procede lenta e inesorabile per gli Iraniani che abitano nei villaggi allineati sulla strada che da Khorramabad porta alla città storica di Susa, patrimonio dell’UNESCO, nella provincia del Khuzestan al confine con l’Iraq e il Golfo Persico. Un pascolo arido e roccioso che introduce un duro inverno in una natura ostile è il posto di lavoro dei pastori che vivono dei prodotti del loro bestiame e delle loro fattorie. Anche qui siamo molto lontani, letteralmente e metaforicamente, da mode e tendenze di città come Teheran, Isfahan e Shiraz.

Il verduraio

Verduraio al mercato di Shushtar in Khuzestan
Verduraio al mercato di Shushtar in Khuzestan

Come a Khorramabad, anche a Shushtar i proprietari dei banchi del mercato cittadino sembravano abbastanza propensi a posare davanti alla mia macchina fotografica regalandomi graditissimi soggetti resi ancora più preziosi dal fatto che venivano catturati in momenti della loro vita quotidiana. Questo è un verduraio immortalato nel suo mondo e posto di lavoro a Shushtar, città del Khuzestan famosa per il suo antico impianto idraulico che è stato incluso tra i patrimoni dell’umanità dall’UNESCO nel 2009, e con una larga percentuale della popolazione che appartiene all’etnia degli arabi iraniani, un mondo e una società a parte.

Il macellaio

iraniani
Macellaio a Shushtar

Un macellaio del mercato di Shushtar che come molti altri iraniani tiene in mano un rosario. Anche lui si è offerto di posare per il mio obiettivo sebbene poco abituato alla presenza di turisti e stranieri. Per fortuna mi hanno scambiata per iraniana anche qui, quindi sono passata più o meno inosservata.

Gli Arabi iraniani del Khuzestan

iraniani
Arabi iraniani in Khuzestan

In questa foto gli arabi iraniani della tribù degli Heidari nel loro mozif, costruzione tradizionale dove i padroni di casa accolgono gli ospiti per un tè o per pregare insieme. Quest’area del Khuzestan vicina alle città di Ahvaz e Shushtar, al confine con l’Iraq, conta la più ampia comunità araba in Iran, che molti considerano un piccolo Iran a se stante, con le sue leggi e le sue regole. Questo è l’unico posto dove ho visto le donne indossare il niqab, un velo che copre il viso lasciando solo una fessura per gli occhi, che in realtà in Iran è illegale. La vicinanza con l’Iraq ha reso il Khuzestan il primo ovvio bersaglio di Saddam Hussein quando ha dichiarato guerra alla nuova Repubblica Islamica nel 1980, con il risultato che qui la popolazione ha sofferto più che nella maggior parte delle altre province le conseguenze di vivere in una zona di guerra.

La religiosità in Iran

iraniani
La religiosità in Iran

Che ci crediamo o no, che ci piaccia o no, l’Iran è un Paese molto religioso. Se avete visitato solo destinazioni turistiche come Shiraz, Isfahan o anche Yazd, difficilmente potrete affermare di conoscere la Repubblica Islamica nella sua interezza. L’Iran è molto grande, e i tour classici ne mostrano una piccola parte, il lato sicuramente più moderno e secolare, anche autentico, ma lontano dal comprendere le caratteristiche e le esigenze dell’intera popolazione. Allo stesso modo, quando sentite affermare categoricamente che “nessun iraniano” vuole l’attuale regime, che non si sente libero nel proprio Paese, o che tutti vogliono l’importazione dei valori occidentali, etc., potete tranquillamente prendere tali dichiarazioni con le pinze.

Lavorare nei campi di zafferano

iraniani
Donna iraniana che lavora in un campo di zafferano

Moglie del proprietario di questo campo di zafferano sulla strada tra Natanz e Kashan nell’Iran centrale, questa signora dà una mano nell’azienda familiare partecipando alle diverse mansioni, dalla semina alla raccolta alla vendita. Ex guida turistica, il marito ha pensato che lo zafferano fosse più redditizio e ora si guadagnano da vivere con la preziosa spezia, l’oro rosso.

Il guardiano del caravanserraglio

iraniani
Il guardiano del caravanserraglio

Possibilmente uno dei posti più affascinanti che ho visitato in Iran durante il mio viaggio più recente lo scorso novembre, è il caravanserraglio con castello annesso di Izadkhast nella provincia del Fars. Appena arrivati, questo signore ci ha raggiunti nella sua traballante motocicletta e si è fermato per chiederci chi fossimo e per approfittare dell’imperdibile occasione di posare un po’ davanti ai nostri obiettivi. Diroccata e alquanto malferma, l’antica città è pericolosamente instabile, mentre il vicino caravanserraglio è rimasto lì in tutta la sua gloria e dei tempi andati di commercianti, filosofi e accademici che percorrevano la leggendaria Via della Seta trasportando carichi ricchi di beni e idee.