Studiare e vivere in Iran, l’esperienza di Monica, studentessa italiana

Monica è una studentessa italiana, sarda per la precisione, che ha deciso di fare un’esperienza di studio in Iran. Ha vissuto e studiato nella dinamica Teheran, ma ha visitato diverse province per avere una visione più ampia e completa del Paese che le è entrato nel cuore. E noi la capiamo benissimo. Qui la sua esperienza.

Dalla Sardegna all’Iran il passo è breve

Studiare e vivere in Iran
Viaggiando per l’Iran

La mia esperienza iraniana inizia nel settembre del 2017. Durante questi mesi ho conosciuto un Iran inedito, giovane e progressista, che vive combattendo non solo con restrizioni e censure, ma anche con rigidi stereotipi che arrivano dall’Occidente. Una realtà dinamica dove il fermento culturale è inarrestabile, immagine vittoriosa di quella che è, forse, la forma più alta di resilienza.

L’Iran è un Paese di giovani e soprattutto di donne, moderno e vivace, dove la modernità si rispecchia in una soffocante e pulsante Teheran e in un’apertura mentale che sembra essere esplosa a dispetto di un conformismo morale tenacemente coltivato dalla tradizione.

Alla scoperta di una stimolante Teheran

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Alla scoperta dei prodotti tipici dell’Iran

Il primo approccio con la città è avvenuto la sera stessa del mio arrivo, in una calda sera di settembre. Teheran si è presentata ai miei occhi brulicante di vita, sommersa in un via vai incontrollato di persone che si affollavano per le strade della città per fare shopping fino a tarda notte. Quel giorno ho scoperto una città soffocata da un consumismo incontrollato e dalla meravigliosa voglia di vivere della sua gente. Quella sera, io che arrivavo da sei mesi di vita nella sobria Olanda, sono rimasta piacevolmente sorpresa da questa vitalità e mi sono chiesta come avessi fatto a perdermi tutto quello fino a quel momento.

Teheran, che è stata la mia capitale per sei mesi, è una città incredibile in cui ho vissuto in bilico tra la normalità di una quotidianità fatta di università e svago e la straordinarietà di un’esperienza vissuta al limite, in una città che ti avvolge completamente con la sua vitalità e stravaganza. Teheran, con i suoi caffè letterari, le librerie, i teatri ed i cinema è il simbolo più compiuto della fiorente attività artistica dell’Iran, e anche se non lo rappresenta certo nella sua interezza, ne racconta uno spaccato vivace ed attraente. Teheran è la Berlino del Medio Oriente, punk e rock, è la Parigi dei caffè e dei teatri, è la New York delle gallerie d’arte e dell’arte di avanguardia ed è la Londra degli artisti, che vivono solo del loro talento.

Studiare a Teheran

La realtà universitaria di Teheran è stata un’altra grande sorpresa. Sono arrivata a Teheran per studiare storia, la mia materia da sempre, con una borsa di studio comunitaria all’interno di un progetto Erasmus, quello stesso che mi aveva portato a girare l’Europa durante i miei studi triennali e magistrali. Questa volta varcavo i confini europei per raggiungere l’antica Persia.

Arrivavo nel Paese con le reticenze di un’occidentale che dell’Iran aveva un’immagine indefinita, cristallizzata in un abisso di ignoranza e superstizione perché stritolata in una rigida cultura europea, così incapace di comprendere l’Iran a fondo. Sin da ragazzini ci bombardano con idee di superiorità, soprattutto nel campo dell’istruzione, che ci incanalano verso un’idea del resto del mondo come non alla nostra altezza. Eppure anche in questo senso l’Iran è stata una piacevole sorpresa: l’università è all’avanguardia in tutti i campi e i docenti sono altamente specializzati. Le lezioni sono un luogo di scambio e di confronto e il grande campus universitario al centro della capitale è un’oasi di pace e meditazione, un rifugio silenzioso ed autentico circondato, sui quattro angoli, da una città rumorosa ed instancabile.

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All’Università di Teheran, una delle più prestigiose di tutto il Medio Oriente, si accede per merito dopo un concorso nazionale altamente selettivo. Teheran diviene così un luogo di attrazione per migliaia di studenti che arrivano da tutto l’Iran. Giovani curdi, persiani, beluchi e bandari, ma anche cristiani ed ebrei portano così in città le loro peculiarità, creando una varietà sociale cangiante che si mescola con la realtà urbana e con la dirompente cultura metropolitana che distingue la capitale. Tra i banchi delle lezioni si alternano ragazzi con crocifissi al collo o con il tasbeeh in mano mentre studentesse strette nei loro chador neri chiacchierano con ragazze dai veli colorati e i dread rosa che cadono impudenti lungo la loro schiena. L’università è quindi lo specchio più autentico della società, perché è un luogo multiforme e variegato, così come cangiante è la società iraniana.

Ora che sono tornata in Italia, coccolata dalla brezza del mare e del sole della mia Sardegna, ripenso al mio Iran e alla fortuna che ho avuto nel conoscere questo Paese straordinario. Mi sento una privilegiata perché mi è stata data la possibilità di andare oltre la comune idea dell’Iran, un Paese che si è invece mostrato a me con la sua veste più bella: nella straordinarietà dei suoi colori e dei suoi paesaggi, nella magnificenza della sua storia monumentale e soprattutto nello sguardo rassicurante e benevolo della sua gente.

Per approfondire la conoscenza dell’Iran, questi sono alcuni libri che consiglio. Mentre se vuoi andare in Iran, consulta la mia guida di viaggio.

1 thought on “Studiare e vivere in Iran, l’esperienza di Monica, studentessa italiana”

  1. Studiare in Iran è un’esperienza che mi affascina molto e finita la pandemia, mi piacerebbe provare, anche grazie a quest’articolo.

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