Le paure nate per lo più da una campagna mediatica negativa erano il maggior ostacolo per Maria per organizzare un viaggio in Iran. Poi le insistenze della famiglia hanno avuto la meglio e tre anni fa sono tutti partiti alla scoperta dell’Iran. Insegnante di francese in pensione, Maria condivide con noi i suoi ricordi e non vede l’ora di tornare Iran.
“Per vincere paura e falsi pregiudizi, basta andare in Iran”
1. Quante volte sei andata in Iran? Ci sei andata solo in vacanza o ci hai anche vissuto?
Ci sono andata una sola volta in vacanza con mio marito e mia figlia e siamo stati nel paese circa 20 giorni, pochi per riuscire a vedere tutto, sufficienti per poter apprezzare o perché no, criticare.
Immaginavo un Paese arretrato e tetro
2. Cosa ti ha spinto a prenotare un viaggio in Iran?
Se devo essere sincera sono stata spinta dall’insistenza di mia figlia che c’era stata già, ci diceva dei tanti turisti dal mondo intero incontrati in Iran e non si stancava di raccontarci meraviglie di questo Paese. E insisteva anche mio marito spinto dalla curiosità di conoscere finalmente la misteriosa e antica Persia, la patria di Ciro il Grande. Personalmente non ero convinta, avevo paura, associavo l’Iran a cose brutte, ayatollah severi e intransigenti, uomini maschilisti e insensibili, donne sottomesse e impaurite. Di conseguenza immaginavo un Paese arretrato e tetro, ancora nel Medio Evo.
3. Quando hai annunciato alla tua famiglia e ai tuoi amici che stavi per andare in Iran, come
l’hanno presa? Hanno provato a scoraggiarti?
Le reazioni sono state in prevalenza negative, ovviamente i più hanno provato a scoraggiarmi dando voce ai miei timori e adducendo ai pericoli che si corrono nei paesi musulmani, in particolare se si è di sesso femminile.
Devo dire però che alcune persone – poche – hanno dimostrato entusiasmo per il mio coraggio e hanno atteso con impazienza il racconto dell’ardito soggiorno in uno dei paesi più controversi e misteriosi della terra.
4. Cosa ti piace di più dell’Iran? E cosa ti piace di meno?
Intanto la mia primissima impressione appena atterrati a Teheran è stata negativa in quanto ho trovato la città piuttosto brutta. Ovviamente l’impressione si è subito dissolta quando ho ben visitato la capitale e le altre meravigliose città incluse nel nostro itinerario classico. Mi sono piaciute le persone, il cibo, i bellissimi siti storici: di Yazd con le sue torri del silenzio e del vento, e il tempio di Zoroastra, di Isfahan con la sua bellissima e immensa piazza dedicata a Khomeini, dell’antichissima Shiraz e della vicina Persepoli con i suggestivi resti sepolcrali degli eroi persiani, tra i quali il leggendario Dario I.
L’unico punto negativo per quanto mi riguarda sono le toilette pubbliche quasi sempre senza la tazza. Ovviamente questo inconveniente non esiste negli hotel, moderni e confortevoli.
Consiglio vivamente di visitare i mercati, ricchi di spezie, frutta esotica, manufatti di artigianato e tanti prodotti locali.
E consiglio anche di andare nelle botteghe dove si possono ammirare i famosi tappeti fatti a mano, dei veri capolavori che lasciano a bocca aperta.
5. C’è un’esperienza particolare che ricordi con piacere? Ce la vuoi raccontare?
Non saprei, si vive come in qualsiasi moderno Paese al mondo. Ricordo la mia sorpresa il giorno del nostro arrivo in giro per la città, i parchi erano affollati di persone allegre che facevano scampagnate. Mi è stato spiegato che era una usanza per una festa della quale non ricordo il nome [si chiama sizdah badar, il tredicesimo e ultimo giorno di Nowruz, capodanno persiano, quando gli iraniani passano la giornata all’aperto, solitamente in un parco facendo un picnic, ndr].
Ancora, mi ha piacevolmente sorpreso vedere tante ragazze sole, in giro e nei locali. E mi divertiva moltissimo assistere alle bisticciate della nostra giovane guida donna con i tassisti. Li rimproverava per le tariffe e la spuntava sempre!
Un ricordo particolare è stato la metropolitana con i vagoni riservati alle donne, dunque vietati agli uomini, mentre le donne possono scegliere di viaggiare anche sui vagoni misti.
6. Come donna, ti sei mai sentita in pericolo, a disagio o poco sicura?
Non mi sono mai sentita in pericolo come purtroppo mi succede in Brasile ad esempio. Non so se il deterrente è la pena severissima per i molestatori e aggressori sessuali, ma non ho mai avvertito senso di pericolo e disagio e, ripeto, vedevo tutti i giorni ragazze e donne girare da sole per le strade. Intorno a me ho sempre percepito rispetto e talvolta curiosità per il turista italiano qui molto gradito.
7. Ci sono i “pezzi” di Iran che ti sei portata in Italia?
Sì, ho portato i famosi termeh di Yazd e alcuni soprammobili
8. Ti piacerebbe tornarci?
Ci tornerò spero il prossimo anno. Non vedo l’ora!
9. Consigli ai tuoi amici italiani di scegliere l’Iran come loro destinazione per le vacanze?
Assolutamente sì! E so di averne convinto alcuni con i racconti delle nostre avventure, con le bellissime fotografie scattate nei siti di questo Paese così ricco di storia e cultura.
10. C’è qualcos’altro che ti va di condividere sulle tue esperienze iraniane?
Come ho già detto, è piacevole constatare quanto siano apprezzati gli italiani, ci si sente un po’ in famiglia e, da sarda, devo dire che ho riscontrato molte similitudine con le nostre tradizioni.
Ricordo con piacere una comitiva con i bimbi che hanno voluto a tutti i costi fare un selfie con quell’anziano signore italiano, mio marito, e spesso guardo con piacere la foto che mi ritrae con una scolaresca femminile, tutte giovanissime ragazze con l’uniforme, velo compreso!