“Esperienza indimenticabile”, fotografare l’Iran con Antimo Altavilla

La chiacchierata di oggi parte della mia serie di interviste è con il fotografo pugliese Antimo Altavilla che ama dedicarsi a tutte le sfaccettature della disciplina, tra cui il viaggio e fotogiornalismo, come il suo reportage sulla rivoluzione in Egitto, e che ci parla di come è stata la sua esperienza nel fotografare l’Iran.

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Antimo intento a fotografare l’Iran. E i suoi pellegrini diretti a Karbala.
Foto cortesia di Antimo Altavilla

1. Ciao Antimo, puoi parlarci un po’ di te e di cosa ti occupi?

Ciao Angela, mi occupo di fotografia, fotogiornalismo, fotografia di matrimonio e reportage di viaggio da molti anni ormai. La fotografia è sempre stata la mia passione che ho coltivato fin da giovanissimo. Ho iniziato a Milano dove ho trovato ispirazione e perfezionato il mio stile, che oggi si traduce in una fotografia che punta su espressività e realismo. Ho un mio studio fotografico a Francavilla Fontana, in Puglia, regione che da sempre con i suoi colori e le sue tradizioni fa da cornice perfetta per i miei set fotografici, ma allo stesso tempo viaggio molto alla scoperta di altre culture.

2. Quante volte sei stato in Iran e per quanto tempo?

Ho scelto quest’anno di fare questa esperienza in Iran, era la prima volta. Sono rimasto circa due settimane. Un viaggio davvero interessante in cui ho studiato, vissuto e cercato di raccontare nei miei scatti i colori, la cultura, le tradizioni, la fede, i volti, i sorrisi e le sofferenze di un popolo.

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La moschea di Nasir ul-Molk a Shiraz. Foto cortesia di Antimo Altavilla

3. Cosa ti ha spinto a prenotare un viaggio per l’Iran?

L’anno scorso durante un viaggio in Cambogia per un altro reportage fotografico incontrai una giornalista sarda [io! ndr] che mi ha spinto ad intraprendere questo viaggio e a vivere questa interessante esperienza. L’Iran è una terra misteriosa. Mistero e fascino che ho voluto raccontare attraverso i miei scatti.

4. Quando hai annunciato a famiglia e amici che stavi per andare a fotografare l’Iran, come l’hanno presa? Hanno provato a scoraggiarti?

La mia famiglia e i miei amici naturalmente si preoccupano ogni volta che intraprendo un viaggio soprattutto in Paesi che presentano alcune difficoltà, ma sanno che la fotografia è la mia vita e per me affrontare un viaggio di questo tipo significa anche compiere un viaggio interiore e introspettivo, che mi arricchisce ogni volta e mi regala le emozioni che poi spero di riuscire a riportare nelle mie foto e far rivivere a coloro che le guardano. La mia compagna ad esempio è egiziana ed è proprio in uno di questi viaggi che ho avuto modo di conoscerla e restarne affascinato. Fu lei che anni fa mi incoraggiò a compiere il mio viaggio di reportage sulla rivoluzione egiziana e che mi aiutò a vincere molte pregiudizi.

5. Cosa ti è piaciuto di più nel fotografare l’Iran? E cosa ti è piaciuto di meno?

I paesaggi e l’architettura di Teheran ti lasciano senza fiato. È una metropoli vivace, una delle più grandi al mondo, con antichi vicoli polverosi, viali moderni e pieni di negozi, enormi bazar, caffè, panorami. Un luogo dove è possibile ammirare opere di alta ingegneria e moderna architettura a fianco alla loro più tradizionale arte culinaria. Una città in cui vive gente meravigliosa su cui ogni tanto notavo un velo di malinconia celato negli occhi, ma che è sempre pronta ad accoglierti con gioia.

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Antimo che beve il tè con i pellegrini diretti a Karbala.
Foto cortesia di Antimo Altavilla

6. Dal punto di vista di fotografo, come hai visto l’Iran? Ti ha dato soddisfazioni? Ti ha deluso?

È un Paese che potrei senz’altro definire fotogenico, si presta a reportage fotografici di alto livello. Un viaggio in Iran offre molteplici spunti di interesse: la storia, l’archeologia, l’architettura, i paesaggi, l’aspetto etnico. Ma è l’architettura l’ambito in cui la Persia ha offerto i maggiori contributi alla cultura mondiale, soprattutto per le splendide moschee con copertura a cupola e decorazioni in ceramica che le arricchiscono e donano un aspetto sfarzoso, in antitesi con le zone più povere.

7. Cosa ti è piaciuto di più nella tua esperienza di fotografare l’Iran?

Sicuramente gli occhi della gente, che esprimono paura mista a gioia, sono stati al centro della mia volontà di fotografare l’Iran. Gli occhi più espressivi che abbia mai visto. Gli occhi di un bambino iraniano raccontano molto più di migliaia di pagine di storia.

8. Come hai trovato la gente del posto?

I nostri Paesi vivono spesso con paura i luoghi lontani dalle nostre abitudini e spesso tutto ciò che sentiamo ci fa pensare di essere di fronte a popoli ostili verso le altre culture, invece gli iraniani si mostrano cordiali e ospitali fin da subito e sempre felici di poterti aiutare.

9. C’è un’esperienza particolare che ricordi con piacere?

Tutto il viaggio è stato particolare.

10. Ti piacerebbe tornarci?

Si, tornerò sicuramente. Ogni viaggio anche se nello stesso luogo è capace di regalarti nuove emozioni e poi c’è sempre qualcosa che non sei riuscito a cogliere la prima volta. Il secondo viaggio è ancora più profondo, perché hai già conosciuto quei luoghi e puoi focalizzarti ancora meglio sui dettagli.

11. Consigli ai tuoi amici italiani di scegliere l’Iran come loro destinazione per le vacanze?

Sicuramente sì. È un Paese che merita di essere scoperto e visitato.

12. C’è qualcos’altro che ti va di condividere sulle tue esperienze iraniane?

Il mio viaggio in Iran non lo dimenticherò mai.

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Foto cortesia di Antimo Altavilla

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