La domanda è sempre più frequente: è sicuro per le donne viaggiare in Iran?
Tuttavia, spesso, la risposta cambia a seconda di chi la formula: da una parte leggo articoli dove si evince una grande preoccupazione sui rischi che una donna inevitabilmente corre se decide di viaggiare in Iran, e dall’altra leggo e sento commenti di un numero sempre maggiore di turisti provenienti da tutto il mondo, donne comprese, soddisfatti della propria vacanza proprio grazie al senso di ospitalità, ai bei panorami, alla fantastica architettura e, manco a dirlo, alla sicurezza.
La discordanza tra i giornali e la gente di certo non sorprende, dal momento che i media hanno perso da un bel po’ il loro status di paladini della libertà e dimostrano di essere sempre meno “lo specchio della società”. Proprio per questo non mi sorprende affatto che sempre più gente scelga blog personali per avere informazioni affidabili.
Molti ricorderanno il grande dibattito scatenatosi online dopo che Giulia Innocenzi, tornata dal suo viaggio in Iran con un’amica, ha pubblicato un articolo estremamente risentito in cui ha rivelato di essere stata palpeggiata, molestata sia verbalmente sia fisicamente, e persino inseguita. Mentre non posso certo dire che non sia vero, o che in Iran queste cose non succedano mai, devo ammettere che mi trovo in difficoltà a immaginarmi Iraniani che si abbassano i pantaloni davanti alle moschee. Mi ha fatto inoltre piacere vedere la reazione di migliaia di Italiani che hanno già visitato l’Iran, donne incluse, che non si sono riconosciuti nel livido racconto della giornalista.
Per quanto mi riguarda, invece, dopo aver incluso proprio la voce “sicurezza” tra i miei dieci motivi per visitare l’Iran, ho trovato quanto meno bizzarra la sua decisione di non rivolgersi “mai” alla polizia per evitare “ulteriori problemi”. Esattamente in quali problemi aveva paura di incappare rivolgendosi alla polizia? Trovo questa sua affermazione estremamente offensiva nei confronti del governo e delle forze dell’ordine iraniani e che denota una enorme ignoranza sui reali problemi dell’Iran. Personalmente, mi sono sentita sicura proprio grazie alla constante presenza delle forze dell’ordine, soprattutto per i loro puntuali controlli in treni e pullman notturni.
Come se non bastasse, proprio quando l’industria del turismo iraniano ha iniziato finalmente a fiorire, sopraggiunge anche un articolo del Guardian di Londra in cui un corrispondente non meglio identificato sostiene che la scarsa sicurezza delle donne in Iran è dovuta al fatto che indossano il velo. Secondo l’autore, infatti, l’abbigliamento islamico è causa della vulnerabilità delle donne. Oltre all’assurdità delle affermazioni, quello che preoccupa di questo articolo, apparso in un giornale che tutti credevamo dedicato ad argomentazioni intelligenti, è che insinua che la causa delle molestie sessuali risieda nel modo di vestire di una donna. Il che mi ha riportato a qualche anno fa, quando proprio in Italia siamo stati investiti dal dibattito scaturito dallo stupro di una ragazza, circostanza che ha fatto affermare a qualcuno che la vittima aveva provocato il suo aggressore vestendosi in maniera troppo seducente, cioè con un paio di jeans stretti.
Al tempo ho pensato che queste affermazioni non potevano che venire da esseri cavernicoli, oggi mi rattrista molto il fatto che anche il Guardian si abbassi a tali livelli.
Quindi, per ricapitolare, in Occidente le donne sono vittima di molestie perché troppo poco vestite, in Medio Oriente perché troppo vestite, in India perché? Forse è il caso che i media affrontino il problema con un po’ più di attenzione, per esempio ammettendo che c’è qualcosa di estremamente sbagliato nella società tutta e nel modo stesso in cui i mezzi di comunicazione rappresentano l’universo femminile, anziché biasimare un pezzo di stoffa, per quanto ampio esso sia.
Purtroppo proprio ora che il turismo iraniano sta fiorendo e contando un numero sempre maggiore di visitatori soddisfatti, sembra che la macchina di propaganda anti-iraniana abbia raggiunto un nuovo livello e iniziato ad affrontare problemi che non sono in realtà mai stati problemi, come quello della sicurezza.
In realtà l’Italia stessa non ha una delle reputazioni più lusinghiere quanto a fischi e molestie verbali dirette a turiste straniere o a Italiane stesse, e ovviamente consiglio sempre, a chiunque si senta minacciata, di rivolgersi alla polizia.
Per tornare alla ragione che ha ispirato questo articolo, la mia esperienza personale come donna che viaggia in Iran da sola è stata alquanto tranquilla e senza intoppi di sorta. Può darsi che non abbia capito i commenti visto che non parlo persiano (non sono sicura quanto padronanza abbia del persiano Giulia Innocenzi). Naturalmente io e la mia amica non eravamo le uniche donne a viaggiare in Iran, abbiamo incontrato molte straniere sia sole che in gruppo, Cinesi, Indiane e le nazionalità più diverse.
Forse i nostri momenti più curiosi sono stati a Tabriz, nell’Azerbaijan orientale, dove la mia amica mi ha messa in guardia dalla tipica cultura locale del “fissare”, sebbene fossi abbastanza preparata in materia essendo già stata in India un paio di volte. In effetti, a Tabriz eravamo oggetto di sguardi “interessati”, come li descriveva la mia amica, un po’ ovunque, dal bazar alla strada ai parchi. Nessuna esposizione di membri maschili, o gente che ci inseguiva, comunque, altrimenti avremmo chiamato la polizia.
Per tutto il tragitto, da nord a sud, giorno e notte, abbiamo incontrato molte donne, giovani e meno giovani, sicuramente tutte chiacchierone e inquisitorie in deciso stile iraniano, alcune che viaggiavano per lavoro, altre per vacanza, riunioni familiari o le ragioni più diverse. Era chiaro dal loro atteggiamento sicuro di sé che non era la prima volta che viaggiavano da sole da una provincia all’altra usando i mezzi pubblici notturni, e sicuramente mi ha fatto molto piacere vedere che io non ero foriera di nessun tipo di novità.
Oltretutto, durante il mio ultimo viaggio in Iran sono stata circa dieci giorni in hotel a Teheran da sola, in una zona prettamente frequentata da uomini visto che dava su una strada con solo negozi di pezzi di ricambio per auto, e non mi sono mai sentita a disagio.
Mi viene chiesto spesso se ho amici uomini in Iran e come si pongono nei miei confronti, se mi hanno mai dimostrato poco rispetto o se mi hanno sminuita in quanto donna. Visto che raramente mi vengono poste le stesse domande per altri Paesi, posso solo assumere che c’è ancora tanta distorsione nelle informazioni che riceviamo e che ancora tanto abbiamo da imparare sulla Repubblica Islamica.
Anche per questo non mi stanco mai di suggerire a chiunque mi chieda se è sicuro o no viaggiare in Iran, di andarci loro stessi.
Certo che ho amici iraniani uomini, ci vediamo per pranzo, per cena, per un caffè (o più probabilmente un the), in un parco o semplicemente in giro per la città. Non mi hanno mai mancata di rispetto, non si sono mai dimostrati inappropriati e, adesso che ci penso, non mi hanno mai neanche invitata per un appuntamento galante!
Non in ultimo, la Farnesina stessa nel suo sito www.viaggiaresicuri.it non lo considera un Paese a rischio: ritenendo sicuro viaggiare in Iran, aggiungono la sola precisazione di evitare le zone di frontiera con Paesi in guerra tipo Iraq e Afghanistan, o con il Pakistan.
Per come la vedo io, credo sia giunto il momento per i media occidentali di ammettere una volta per tutte che l’Iran è un’ottima destinazione per le vacanze.
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