Recentemente, una lettrice mi ha chiesto dove poteva vedere “il vero Iran”. Quando le ho chiesto cosa intendesse per “vero Iran”, mi ha risposto che non voleva assistere a spettacoli fatti apposta per turisti e che preferirebbe essere immersa nella “realtà iraniana”.
All’inizio ho trovato strane le sue richieste ma poi, pensandoci un po’, mi sono resa conto che questo era esattamente quello che anche io chiedevo alla mia amica e compagna di viaggio iraniana. E ricordo perfettamente che la sua reazione è stata più o meno come la mia adesso. La mia amica non capiva cosa intendessi, cosa realmente volessi visitare, e continuava a rassicurarmi che ovunque andassimo era realmente “il vero Iran”.
Al momento non ero particolarmente soddisfatta, ma più sono andata in Iran e più ho capito cosa volesse dire.
Dov’è il vero Iran?
In realtà, l’Iran è difficilmente paragonabile a qualsiasi altro Paese, incluso per quanto riguarda il turismo.
Quando si parla di destinazione “turistica”, la prima cosa a cui pensiamo è “commerciale”, “finto”, “poco autentico”. Sebbene questo sia spesso vero, è anche vero che l’Iran si può considerare ancora ai margini di questo fenomeno. Senza cadere nell’esagerazione, lungi da me dire che in Iran è tutto perfetto, che tutti gli iraniani sono ospitali fino all’inverosimile, meravigliosi, senza difetti, etc. Allora qual è la differenza con gli altri Paesi?
Innanzitutto, l’Iran è rimasto isolato politicamente, diplomaticamente e anche in materia di turismo per molto tempo e gli iraniani, orgogliosi fino all’inverosimile (questo sì) del loro Paese e della loro cultura, non vedono l’ora di mostrare al mondo le ragioni del loro orgoglio.
Seconda cosa, l’Iran è destinazione relativamente nuova nel panorama del turismo internazionale e difficilmente può essere paragonato a città europee famose dove tra l’altro i residenti si stanno stancando non poco del comportamento maleducato e poco rispettoso di molti turisti (se non l’avete fatto, potete leggere le notizie qui e qui).
Quindi non c’è nessuna “trappola” per turisti in Iran? Certo che sì. I prezzi sono gli stessi per iraniani e turisti stranieri? Non proprio. Per esempio, quando visiterete Piazza Imam a Isfahan, tappa obbligata nella città e in un vostro primo viaggio in Iran, terrete a mente che il bazar tutto intorno vende ai turisti prodotti a prezzi inflazionati, a dir poco. È sicuramente un posto da visitare, tappa storica lungo gli itinerari della famosa Via della Seta, ma per lo shopping di souvenir è meglio cambiare zona.
»» Se stai ancora decidendo il tuo itinerario iraniano, prendi spunto dalla mia guida.
In Iran, solo perché un posto è turistico, non significa che non mostri l’Iran “reale”
In Italia, per fare un esempio che conosciamo bene, chi direbbe a uno straniero “non andare a Roma perché non è la vera Italia”? Solo perché Roma è sempre affollata di turisti, non per questo diremmo che non è “autentica”. Probabilmente suggerirei di evitare certe zone se si vuole mangiare un buon pasto tradizionale, o di andare in certi quartieri se si vuole evitare un bagno di folla di turisti. Ma non si può negare che la capitale sia la quintessenza del Paese.
In Iran, questo è ancora più complesso. Quando ho detto che gli iraniani sono orgogliosi della loro cultura, non intendevo solo che la vogliono mostrare agli stranieri, ma che ne seguono canoni e velati precetti nella loro vita quotidiana.
Se stai pensando, per esempio, di non includere una visita alla tomba di Hafez nel tuo itinerario perché “troppo turistica”, ti invito a pensarci due volte. I poemi di Hafez, scrittore di Shiraz del quattordicesimo secolo, hanno sempre un ruolo importante nella vita degli iraniani. Vengono recitati nella notte di Yalda, la più lunga dell’anno, vengono aperti a caso dall’amante che cerca conforto, dallo studente che ha bisogno di consiglio sul suo futuro, e la lista può continuare. Se eviti il mausoleo di Hafez perché troppo “turistico” per i tuoi gusti, ti perderai anche le folle di iraniani riuniti quasi in pellegrinaggio che leggono i suoi poemi, pregano e gli rendono un sentito omaggio come se fosse un parente.
Se stai pensando che visitare moschee e l’antica Persepoli non equivalga a “vivere” l’Iran reale, pensa due volte. Ci sono molti “Iran”, ogni provincia ha la sua storia, cultura e gruppi etnici. A Shiraz vedrai l’Iran persiano e visiterai i posti che hanno generato la civiltà achemenide persiana di Ciro e Dario, a Yazd conoscerai la fede zoroastriana, a Isfahan potrai intravedere gli splendori del periodo safavide.
Con questo non intendo assolutamente diminuire l’importanza di altre regioni. Non vorrete perdervi il verde del Gilan o gli aridi panorami del Khuzestan per capire gli effetti della guerra quando Saddam Hussein ha deciso di invadere l’Iran.
Forse un piccolo villaggio appare più autentico della grande città, ma sono entrambi parte dell’Iran. Il Grand Bazar di Teheran è sicuramente considerato più turistico del mercato locale di Kermanshah, ma è tra i vicoli del bazaar della capitale che vedrete il campione più ricco dei gruppi etnici iraniani raggruppati insieme in un singolo posto, sono questi banchi, microcosmi cardine dell’economia nazionale, che hanno giocato un ruolo fondamentale durante la Rivoluzione del 1979.
Forse visitare un silenzioso e tranquillo Castello Falak-ol-Aflak a Khorramabad sembra più autentico di una Persepoli affollata di turisti da tutto il mondo, ma quest’ultima non può essere trascurata per la voglia di inseguire la nozione di un “Iran reale”.
Vuoi provare un Iran più “estremo”? Pensaci due volte, o anche tre.
In modo simile, anche se non la stessa cosa, non è raro incontrare turisti alla ricerca di qualche esperienza “estrema”, del tipo ubriacarsi a Teheran perché in Iran è vietato. Per essere completamente sincera, in questo modo non stai facendo nessuna vera esperienza dell’Iran, stai semplicemente infrangendo la legge, che non è proprio un comportamento un turista dovrebbe adottare.
Ma quindi quelle feste underground con donne senza hijab, musica elettronica e fiumi di vino non esistono in Iran? Certo che sì, ma solo perché sono underground, non significa che rappresentino l’Iran autentico. Sono meramente un aspetto della vita in Iran, e sinceramente, uno marginale e frivolo.
In caso stia confondendo le feste underground con il genuino stile di vita iraniano, ecco qualche consiglio:
» Bere alcolici in Iran non è figo, è illegale. Consiglio di non farlo. Se proprio non riesci a stare una settimana o due senza alcolici, non andare in Iran.
» Usare droghe in Iran è estremamente illegale. Di nuovo, consiglio di trattenersi. Se non riesci a stare una settimana o due senza farvi una canna, non andare in Iran.
» Questo esclusivamente per le donne: togliersi il velo in pubblico in Iran per farsi un selfie e pubblicarlo sui social media per aderire a una delle strambe campagne promosse da “My Stealthy Freedom” non è figo. Lungi dal salvare le donne iraniane, state solo infrangendo la legge, un atteggiamento non ideale e poco rispettoso in un Paese straniero e decisamente non qualcosa che suggerirei. In Iran o in qualsiasi altro posto.
Il modo migliore per vivere un Iran autentico è rilassarsi e goderselo. L’Iran è un Paese dove gli stranieri vengono trattati come re, fai tesoro di questo per conoscere meglio la loro cultura, esplorare in profondità la società e meritarti la loro amicizia.
»» Per più cose da sapere prima di andare in Iran, leggi il mio post.
Concordo in pieno. Siamo appena tornati dal nostro secondo viaggio in Iran, dopo due anni. E’ stato bellissimo come il primo, sebbene molto diverso. Nel primo eravamo più “turisti”, più interessati a vedere le città, i monumenti, i bazar…
Nel secondo abbiamo passato 6 notti su 10 ospitati da 3 famiglie diverse, raggiunte grazie ai nostri contatti italiani. E dopo poche ore eravamo parte della famiglia anche noi, completamente avvolti da una cortina di ospitalità e gentilezza strepitosa e commovente (e in un continuum di sorseggio di litri di te e chili di frutta:-))
Abbiamo visto posti bellissimi anche questa volta, anche se meno famosi (eravamo gli unici turisti stranieri a Jolfa, nella valle dell’Aras, a Maku e probabilmente anche a Marand:-)) ma le relazioni umane sono state sicuramente l’elemento principale e più bello.
I giovani iraniani, che abbiamo conosciuto meglio, ci hanno entusiasmato: iperattivi, pieni di idee, desideri ed iniziative, supertecnologici, apertissimi al mondo, e per nulla intimoriti dal tema della oppressione religiosa, anche se si sentono pienamente parte dell’Islam (come tutte le persone che abbiamo conosciuto, in nessun caso la religione islamica è stata mai vissuta o proposta come elemento di divisione o giudizio: e nessuno ci ha mai chiesto ragione delle nostre preferenze religiose…:-))
Come dici tu, entrambi i viaggi sono stati importanti per conoscere questo paese. Nessuna delle due esperienze è “meglio dell’altra”. Ci è venuta semplicemente voglia di tornare ancora, per ritrovare i nostri amici e conoscere ancora qualche pezzetto di questo paese affascinante. (per qualche foto del viaggio: @luposelvatico su instagram).
Grazie per le tue riflessioni! Marco